
Tarsus è l’ultimo dei grandi reportage prodotti in Basilicata in coda all’epocale tradizione fotografica novecentesca che vede il territorio – e Tricarico in particolare – al centro di una specifica attenzione internazionale che ha creduto di poter recuperare qui categorie dell’immaginario e dell’antropologia utili all’elaborazione dei traumi derivati dai grandi rivolgimenti sociali della modernità nel secondo dopoguerra. Stabilisce però inconsueti e inattesi approdi sul tema delle rappresentazioni territoriali, specie se posto in confronto con il lavoro di Henri Cartier-Bresson di 70-50 prima: un flusso di immagini anti-ideologiche, lontane dalla ricerca della pura composizione e del bello, in cui un’umanità in una periferia qualsiasi del mondo globale è colta in frantumi, disorientata, mai più in carico di rappresentare una comunità e una civiltà alle proprie spalle.
Eli Dijkers, classe 1978, è nato e cresciuto in Olanda. Si è diplomato all’Accademia di fotografia di Rotterdam nel 2012 dopo aver conseguito un dottorato in Farmacia, Medicina nucleare e Oncologia. È stato premiato con l’Ilford Master nel 2018 insieme a Sebastião Salgado. Ha ricevuto diversi riconoscimenti nell’ambito della fotografia, tra cui menzioni al Black & White Spider Award, al Sony World Photography Award e ai Monochrome Awards. Ha esposto, tra gli altri contesti, al Copenhagen Photo Festival e al Festival d’Images di Tolosa. Il lavoro di Dijkers è stato esposto in Olanda, Italia, Grecia, Regno Unito, Danimarca, Francia e Cina.
Mostra a cura di Donato Faruolo per Porta Cœli Foundation
07 agosto — 03 ottobre 2021
Complesso della Torre normanna
Tricarico — Matera
Testi e foto dal sito: https://404.portacoeli.it/03-eli-dijkers-tarsus/