
Le genti che vivevano nel territorio nord della Basilicata, tra il VII e il III secolo a.C., temevano l’ignoto e cercavano di esorcizzare il buio della morte cercando l’immortalità. Erano, tuttavia, anche raffinate, amanti del bello e rispettose degli Dei. Questo emerge dai ricchi corredi delle loro tombe, ricostruite nelle sale del Museo Archeologico di Melfi, che ospita una collezione di brillanti armature, raffinati gioielli e oggetti che testimoniano di un passato appartenuto a uomini, donne, bambini e sacerdoti. Melfi godeva di una posizione strategica ai confini con la fiorente Daunia, percorsa da fiumi che, come autostrade dell’antichità, le permettevano di essere in collegamento con l’area etrusca campana e la costa jonica appena colonizzata dai Greci. Queste favorevoli coordinate geografiche avrebbero convinto l’imperatore Federico II a scegliere Melfi come sede di uno dei suoi castelli e come luogo da cui emanare, nel 1231, le “Costituzioni Melfitane”, un corpo di leggi rimasto in vigore fino all’epoca moderna. Le tombe ricostruite nelle diverse sale del museo danno vita a valorosi guerrieri sepolti con le loro lance, armature (elmi, schinieri, corazze forgiate su misura, cinturoni, scudi) e oggetti che rappresentavano il grado sociale del defunto, come i corredi da banchetto: bacili in bronzo per la bollitura delle carni, che testimoniano i contatti con le popolazioni etrusche della Campania, spiedi, vasi per bere di produzione corinzia, prova di relazioni con le genti di stirpe greca che si erano insediate a partire dal 640 a.C sulla costa jonica (Metaponto), crateri, olle (grandi contenitori in terracotta per contenere e conservare derrate alimentari), attingitoi. Le ceramiche, uniche quelle di provenienza canosina (la tradizione della lavorazione della ceramica in Puglia ha origini lontanissime), con i vasi che si caratterizzano per la presenza, sui manici o all’estremità, di volti femminili a diverse grandezze, la liturgia dei banchetti ed il loro valore sociale.
Liberamente ispirato da:
ARCHEONAUTA
Itinerari nel tempo a spasso per la Basilicata.
A cura dell’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata
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